Dal centro storico alla vista mare. Un passaggio già voluto da Gino Sorbillo, con la sua bella pizzeria in cui è quasi impossibile entrare. A Napoli, Vesi è uno dei nomi della tradizione di via dei Tribunali. Ora è l’alfiere della pizza di un certo livello, quella con farina di tipo 1 e materie prime frutto di grande ricerca sul territorio. Alessandro Borghese, premiando Giuseppe Vesi, ha detto che è “il pizzaiolo del futuro”.
Il locale è delizioso e i dettagli sono estremamente curati, senza fronzoli. Il menu è un tripudio di storytelling, forse eccessivo. Non posso stare venti minuti a leggere tutta la storia: voglio arrivare subito al finale. E il finale è una pizza Margherita di grande qualità, con un impasto che forse si lascia masticare un po’ troppo. Ma i napoletani mostrano di aver superato la diffidenza verso le “cazzate” (come le chiamano) e, a giudicare della fila e del continuo ricambio di coperti, sembra siano caduti ormai sotto i colpi della seduzione gourmet. Una pizza che si mette sullo stomaco non piace più a nessuno, quindi le suggestioni “integrali” ben vengano.
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7.8/10
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8.5/10
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