La Margherita è eccellente. La cottura è forte e vivace, la pizza profuma di legna e basilico, di pomodoro. Il cornicione è fragrante, energico, vuole essere addentato e regalare piacere. È una pizza giovane, intrisa di passione. Una pizza moderna e verace. Un omaggio splendido di Vincenzo Capuano alla cultura e alla tradizione di Napoli, a Porta Capuana, al padre e al nonno pizzaioli, le due generazioni che lo hanno forgiato.
Ditemi, quante pizze ci sarebbero oggi in giro a Milano migliori di questa?
[wc_accordion collapse=”1″ leaveopen=”0″ layout=”box”] [wc_accordion_section title=”Leggi la vecchia recensione del 9 febbraio 2016″]Chiamatelo come volete, quel momento in cui non desiderate altro che una piccola, grande ricompensa alle fatiche di una giornata intera. Quel momento, per me, è quando Vincenzo Capuano di Rossopomodoro in Porta Romana a Milano mi mostra l’alveolatura del suo impasto lievitato 36 ore, sollevando il cornicione della pizza Margherita che sto per addentare. Morbido come il pane, fragrante e profumato, l’impasto è leggero e gonfio d’aria, cotto a puntino, saporito e strutturato. Merito dell’idratazione che Vincenzo Capuano, già vice campione del mondo nel 2014, porta al 67%, garantendo una totale digeribilità.
La cottura è perfetta: la pizza non ha zone crude o biscottate e, soprattutto, i lati della Margherita non soffrono di quel classico grigiore tipico della pizza che ha lasciato il forno qualche secondo in più del dovuto. Un classico, imperdonabile errore – checché se ne dica – di cui patiscono sin troppe pizzerie milanesi, a partire dalle più blasonate (vedi l’articolo su Lievito Madre di Gino Sorbillo). Il pomodoro, gustoso e steso alla perfezione, si sposa bene con il fiordilatte e, pur non gridando al miracolo, dà vita ad un’alchimia di sapori equilibrata e piacevole. Una eccellente pizza Margherita a due passi da Porta Romana.
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8.5/10
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9.5/10
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