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Dry Cocktails & Pizza è un cocktail bar che sforna pizze (molto buone)

  • 2 Aprile 2016
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Dry Cocktails & Pizza è tutto fuorché una pizzeria.

Per un napoletano, l’estetica di una pizzeria è quanto di più stereotipato esista: pomodori del piennolo appesi alle pareti, tavoli di marmo serrati da scomode sedie di legno, bicchieri di plastica da cui trangugiare la Peroni Gran Riserva e, dulcis in fundo, il sudato pizzaiolo che bestemmia i santi. La pizzeria napoletana è, senza saperlo, il luogo hipster per eccellenza da oltre un secolo, un coacervo di verità, stili di vita, dialetti e maestranze che a Milano farebbe impazzire i milanesi, tant’è che i sedicenti impresari della ristorazione, in questi ultimi anni, hanno provato a replicarla a suon di cartapesta, addobbi kitsch e finto legno, poster di Totò e Peppino, gagliardetti di San Gennaro e improbabili piogge di corni napoletani, nel disperato tentativo di soddisfare la fame di folklore dei clienti.

Dry Cocktail Pizza Io e Margherita Milano

Dry sfugge alle consuetudini e punta in alto. Il suo concept di pizzeria è radicale: la pizzeria stessa sparisce e viene inglobata nell’essenziale (dry: asciutto) eleganza di un cocktail bar giovane e contemporaneo.
Le luci sono talmente soffuse che non riesci a vedere quello che mangi: l’ho scoperto il giorno dopo grazie a Photoshop.

Siamo al tavolo con Nanni Grande, uno dei più brillanti pizzaioli della nouvelle vague partenopea. La sua pizza è bruciata, e la rimandiamo indietro. La mia Margherita, invece, ha un aspetto un po’ trascurato, con una foglia di basilico crudo che sembra caduta lì per sbaglio. Un po’ triste. Guardo i lati: stanno ammiccando il gusto degli irriducibili amanti delle bruciacchiature.
L’impasto è notevole, con un cornicione morbidissimo e alveolato. Davvero incredibile. Il sapore è ottimo. Fiordilatte eccellente, filante e non grumoso. Al pomodoro avrei aggiunto una nota di zucchero.

Dry Cocktail Pizza Io e Margherita Milano

Una pizza napoletana di grande dignità e con straordinari margini di miglioramento, ma siamo già su livelli molto alti per gli standard milanesi.

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  • 6.5/10
    COTTURA - 6.5/10
  • 8/10
    IMPASTO - 8.0/10
  • 8.5/10
    INGREDIENTI - 8.5/10
  • 7/10
    ASPETTO - 7.0/10
7.5/10
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4 commenti
  1. Walter ha detto:
    11 Aprile 2016 alle 10:25

    Sono d’accordo con te. E’ grazie a Dry che, da napoletano fuori sede a milano da un pò di anni ormai 🙁 , ho cominciato a rimangiare pizza a Milano.
    L’impasto è veramente buono e se pensi venga dalle mani di un veneto, diventa ancora più buono.
    Onor del merito è grazie alle sue pizze che anche io ho cominciato a mettere l’olio sulla pizza dopo la cottura.
    Devo ancora provare le new entry milanesi, ma Dry rimane un pinto fisso, anche se ormai mi sono attrezzato per farla in casa la napoletana.
    Piccolo appunto alla tua recensione il nome Dry, essendo un cocktail bar, fa riferimento ai liquori più che all’arredo 😉

  2. Pingback: Le 5 regole per riconoscere una vera pizza napoletana a Milano • Io e Margherita
  3. ioemargherita ha detto:
    21 Aprile 2016 alle 19:12

    Io non sono necessariamente d’accordo con l’olio sulla pizza dopo la cottura. A meno che l’olio non sia di grandissima qualità. È soltanto una questione di sensibilità gastronomica, lo chef può volerlo fare, e va bene così, ma non è una ragione tecnica.
    Sicuramente il nome “Dry” fa riferimento ai liquori, ma la mia è una libera (doppia) interpretazione 🙂 Grazie per il commento, a presto.

  4. Pingback: Zio Provolone ai Bastioni di Porta Volta • Io e Margherita
  5. Arianna ha detto:
    4 Novembre 2016 alle 21:18

    Ho da sempre voluto provare la pizza di Dry ma girano voci che sia davvero minuscola e carissima!! è davvero così?

  6. ioemargherita ha detto:
    9 Novembre 2016 alle 0:38

    ciao Arianna! È un po’ cara, ma in linea con le altre pizzerie “gourmet” di Milano. Minuscola non direi, sicuramente non è enorme come quella di Sorbillo. Forse chi te l’ha raccontato è capitato in una serata un po’ sfortunata… Vai e fammi sapere, io vorrei tornarci a dire la verità, perché manco da un annetto ormai… 🙂

  7. Pingback: La pizza-focaccia di Dry Cocktails & Pizza • Io e Margherita

Commenti disabilitati.

Afflitto dal caldo e dall'afa cittadina mi faccio trascinare con reticenza da @beatotemilano, la #pizzeria "più instagrammata del 2019" (cfr. @mostgrammed_italia). Le loro pizze sono lucide come confetti, colorate come giocattoli per bambini e volano sui social come in un ritrovo di mongolfiere in quel di Mondovì, grazie anche a una vasta e ben costruita rete di ambassador fatta di #influencer, wannabe-models e qualche VIP. In un posto del genere non posso certo chiudermi nella mia stucchevole comfort-zone fatta di #pizzamargherita e birraccia Peroni, quindi mi lancio sul menu delle non-proprio-economiche "Gourmet" (dai 16 ai 22 euro), ordinando una pizza con pomodoro, salsiccia a punta di coltello a crudo, crema di pistacchio e granella di pistacchio di Bronte D.O.P. L'aspetto mi ingolosisce come un tiramisù al cucchiaio, e il primo morso è infatti un mirabolante tuffo in #pasticceria: la cremosità di un cheeseburger si mescola senza soluzione di continuità alla croccantezza di una #millefoglie alla nocciola, in un continuo equivoco tra dolce e salato, tra shabby-chic e post-moderno. L'unica fragranza che si aggancia emotivamente al mio concetto di "pizza" è il #basilico, che però naviga su un pomodoro troppo dolce per i miei gusti, e così continuo a masticare voracemente come uno zombie all'ultimo stadio, sopraffatto da una baraonda olfattivo-gustativa che allo stesso tempo è lisergica e inebriante. "Dove sono? Sono già al dessert?" - mi chiedo, mentre la crema al pistacchio cola dalla mia forchetta disegnando irresistibili patacche multicolore da aggredire con una bella e ghiotta scarpetta finale. Un'esperienza originale e insolita che però difficilmente ripeterò: amo la #pizza e il mio palato è da troppi anni abituato alle rassicuranti fragranze della farina bruciacchiata e alla morbidezza del cornicione umidiccio, al gusto amarognolo e piccantino dei polifenoli, al profumo solare del licopene e all'acidità spiccata del fiordilatte: un identikit nutrizionale da cui fatico a staccarmi perché, come insegna il mio amico @franco.canna, "la pizza deve sapere di pizza". Nun ce sta nient' 'a fa'.
L'"effetto crunch" è una delle tante rapine che il lessico gastronomico ha ordito ai danni di tutt'altro contesto, quello musicale: tra chitarristi storici e suonatori dell'ultima ora, il #crunch è una ricercatissima modulazione sonora che musicisti d'ogni età tentano strenuamente di riprodurre regolando potenziometri e azionando leve e levette, in un mix assai costoso di tecnica e tecnologia. Quando, finalmente, ci riescono, ottengono un inconfondibile suono tagliente e aggressivo, elegantemente distorto, perfetto per il blues di un certo livello. Nell'affascinante e sempre più variegato universo della #pizzanapoletana, il crunch è severamente bandito dal centenario culto fatto di regole scritte e non scritte: il Disciplinare dell'AVPN (@pizzanapoletanaverace) descrive inequivocabilmente la pizza come "morbida" e così, negli anni, milioni di aspiranti pizzaioli di tutto il mondo hanno tentato strenuamente di riprodurre l'effetto contrario al crunch, regolando il proprio impasto fino a ottenere l'obiettivo massimo: l'assenza di suono. @crocca__ segue uno spartito diverso: tagliente e battagliera, bella ed elegante, la pizza di @_michele_ferrara restituisce quella nota croccante, quello strepitio aggraziato, quella sensazione di presenza nel morso che oggi a Milano manca e che molto probabilmente sarà il trend dei prossimi anni. Musicisti e pizzaioli con l'effetto #crunch: è il momento del blues di un certo livello.
In seguito all'ineluttabile clausura dovuta alla #quarantena mi sono trasformato in uno strano predatore di pizze all'ora di pranzo: una bizzarra versione antitetica del #vampiro, che anziché uscire di notte - col mantello sguainato e i denti affilati a caccia di sangue di giovani donzelle (bei tempi, quelli) - esce a mezzogiorno - bavaglino e forchetta spuntata - alla ricerca di rosse e sanguigne pizze di giovani talenti. E come non citare, tra questi, Mario Zincone, adesso con la nuova identity di @duelire_milano, zona Bande Nere, che alle due del pomeriggio passate mi rifila questa bellissima #pizza pomodoro e provola, condita con pepe, basilico e olio extravergine? La sua pizzeria, con i tavolini che si affacciano sul vialone ventilato e baciato dall'ombra dei platani di Caterina da Forlì, è già diventata il mio posto preferito dove rilassarmi. Gastronomicamente. Andate a fargli una visita e taggate #ioemargherita! ❤️🍕
Volendo citare Shakespeare, "separarsi (da pizze così) è un sì dolce dolore", ma tornarci dopo il Covid - e questa è la mia #quartapizzafuoricasa - è una dolcissima emozione. @giolina_milano si conferma protagonista assoluta della contemporaneità: cornicione vaporoso, quasi impalpabile, che va giù come un'ostia. L'eucaristia dei sensi, questa Albertina, fresca e piacevole anche nelle assolate pause pranzo, con la crema di cipolle rosse di Tropea e il fior di latte d’Agerola che preparano il palato ai filetti di tonno di Cetara, succosi e morbidi, sui quali si adagiano dei peccaminosi pomodorini gialli graffiati da una polvere di olive nere. Ho di nuovo fame e non è passata neanche un'ora e mezza. Grazie. #milano #pizzeria #pizzanapoletana #pizzamargherita #verapizza #pizzatime #instapizza #pizzalover #ilovepizza #instafood #foodshot #tasty #italianfood #foodie #ilovepizza #foodblogger #foodpic #lunch #ioemargherita #foodporn #giolina
Per la mia #terzapizzafuoricasa mi infilo di nascosto nel mio adorato @pizzium sotto casa, ovvero quello di Via Vigevano, e sulle note di #radiopizzium che spara "Sì, viaggiare" di Battisti la mia mente evade felice a quando ci potevamo ammassare gli uni agli altri scambiandoci opinioni, boccali di birra e assaggi di pizza, nel nome di una convivialità che è l'ingrediente principale della cucina. E invece oggi siamo tutti un po' come l'assolo di synth di questo capolavoro di Lucio del '77, dissonanti, solitari e girovaghi, in attesa che esploda il ritornello più importante: quello della fine della #pandemia. Ciò non toglie il piacere di farci una straordinaria Campania, con gustosa salsiccia e fragranti friarielli su un letto di provola affumicata di Agerola. Bravi come sempre @catapano.pizza e @festosieros e tutto lo staff: @ioemargherita e PIZZIUM saranno sempre legati da una connessione speciale. Grazie.
L'aspetto positivo delle passeggiate #postquarantena è ritrovarsi a camminare per via Ariberto e scoprire che @mondello1981 ha finalmente aperto a #milano, proprio a due passi dall'ufficio della mia fiancée. Le #nuvole di Angelo Mondello - scuola napoletana, origini cilentane, un bagaglio di esperienze fatto di gavetta, sacrifici, consulenze di successo - sono una realtà assai apprezzata del Casertano, a Marcianise, e vederle comparire stabilmente a Milano è un toccasana per le mie papille gustative. L'impasto è eccezionale, di quelli con effetto #wow garantito al primo morso, morbido e leggero, con una persistenza di gusto che si mantiene viva lungo tutta la masticazione, grazie anche al pomodoro che emulsiona con grande piacere il goloso boccone. Davvero ottima la preparazione e la cottura, perfetta, del bravo @carlopuzzulan93. Ero di fretta, ci tornerò, anche perché la scelta delle pizze mi sembra molto interessante e la carta dei vini eccezionale. A presto! #milano #pizzeria #pizzanapoletana #pizzamargherita #verapizza #pizzatime #instapizza #pizzalover #ilovepizza #instafood #foodshot #tasty #italianfood #foodie #ilovepizza #foodblogger #foodpic #lunch #ioemargherita
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