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Biochetasi e il mito della pizza pesante

  • 22 Marzo 2016
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Non stupisce che un recente spot tv di Biochetasi, policomposto ad azione antiacidosica, suggerisca ai telespettatori che la pizza sia un alimento poco digeribile. In una carrellata di qualche secondo, suggellata dal copy “lo stomaco non vede il cibo come lo vedi tu“, la cinepresa svetta sul tavolo della cucina di una madre e di suo figlio, svelando il cartone di una pizza aperto e un disco di ghisa da 10kg da cui manca uno spicchio.

biochetasi pizza pesante campagna 2015 io e margherita

Diciamola tutta: la pizza ha da sempre questa reputazione così “pesante”. La ha, in certe circostanze, anche a Napoli, forse più per ragioni quantitative: ne vengono mangiate troppe. Altrove, e soprattutto nel Nord Italia, la pizza è considerata più un capriccio illegale, un vero e proprio “guilty pleasure” alla stregua del McDonald’s o del kebabbaro sotto casa, una stravaganza irragionevole da consumare da soli in un mortificante attentato alla dieta, o un desiderio proibito da condividere con gli amici soltanto un paio di volte al mese.

Nei miei quasi sei anni di vita tra il Veneto e la Lombardia, con puntatine in Piemonte, Liguria e Friuli-Venezia Giulia, ho imparato a capire perché la pizza vive di questa fama così agghiacciante. E il motivo è semplice. È fatta male.

Vecio Stampo Portegrandi
Esempio lampante di una pizza fatta male. “Al Vecio Stampo”, Quarto D’Altino (VE)

La pizza fatta male è una pizza non correttamente lievitata. Il cui impasto non è maturato. La cui lavorazione è superficiale, abbozzata, priva della necessaria manualità. Una pizza la cui cottura è prolungata oltre i limiti consentiti, in forni a basse temperature, senza alcuna tecnica o consapevolezza.

un vero e proprio “guilty pleasure” alla stregua del McDonald’s o del kebabbaro sotto casa

Fare la pizza non è una cosa da nulla. È un’arte secolare, una tradizione nata a Napoli che si perpetua da generazioni. Un complesso di esperienza, maestria, preparazione e competenza unico al mondo (ed è l’unica vera ragione per la quale la commissione italiana Unesco la vuole candidare a patrimonio immateriale). Intendiamoci, anche a Napoli ci sono molte pizzerie che non sanno fare una buona pizza. Ma se andate a cena in quelle “poche” che la sanno fare, credetemi: non parlerete mai più di “pizza pesante”.

E’ opinione diffusa che la digeribilità di una pizza sia legata inesorabilmente ai tempi di lievitazione, o alla quantità di lievito usato. Ma oggi voglio raccontarvi una storia diversa. Voglio raccontarvi quello che succede quando acqua e farina si incontrano.

acqua e farina io e margherita recensioni pizze milano napoli

La maturazione

Gli amidi contenuti nella farina sono zuccheri complessi.

Quando si aggiunge acqua, un enzima chiamato “amilasi” si sveglia e decide di rompere le scatole agli amidi, disgregandoli e scomponendoli in zuccheri semplici.

Un altro enzima, chiamato “proteasi”, sceglie di attaccarsi al glutine, proteina contenuta nella farina, e la fraziona in aminoacidi semplici.

Questa disgregazione dei componenti della farina si chiama maturazione e influisce in maniera determinante e decisiva sulla digeribilità della pizza.

Il processo di maturazione, perché sia completo, richiede del tempo. E una pizza sarà tanto più digeribile quanto “maturata” correttamente.

Carlo Sammarco pizzaiolo pizza margherita napoli aversa
La pizza di Carlo Sammarco, eccellente pizzaiuolo napoletano

I tempi di maturazione dipendono dalla quantità di glutine presente nella farina. L’abilità sta nel sincronizzare i tempi di lievitazione e maturazione, perché nel frattempo i lieviti che abbiamo introdotto stanno facendo scorpacciata di zuccheri rilasciando anidride carbonica e gonfiando l’impasto. E spesso capita che i lieviti abbiano finito di mangiare troppo in anticipo, col risultato che la pizza ci verrà servita non “scomposta”, ovvero senza quella necessaria disgregazione in grassi, zuccheri e aminoacidi semplici fondamentale per la digeribilità.

Pepe in Grani Franco Pepe Pizza Margherita
La pizza di Franco Pepe, per tre anni consecutivi “Tre Spicchi” Gambero Rosso

Ora, voi davvero immaginate che tutto questo “pensiero” su maturazione, lievitazione e scomposizione venga fatto in ogni pizzeria d’Italia?

Diciamolo, un po’ è anche colpa vostra: vi sale un’irrefrenabile voglia di pizza e andate dal primo che passa. Dalla pizzeria “Bella Napoli” che ha appena aperto e che vostro cugino vi ha detto che la fa bella alta. Dal kebabbaro che oltre al “menu panino” ha anche il menu pizza margherita. O da Piccola Ischia a Milano, solo perché ha il nome di un’isola del Golfo di Napoli.

Piccola Ischia, viale Umbria, Milano.
Piccola Ischia, viale Umbria, Milano. Una delle pizze peggiori del capoluogo lombardo.

La pizza fatta male, è verissimo, è un peso sullo stomaco. È quel disco di ghisa da 10kg dello spot di Biochetasi, e non stupisce che poi dobbiate assumere il farmaco quale pronto intervento per la cattiva digestione: vi aspetta sulle scale di casa, e non vi mollerà più tutta la notte.

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Afflitto dal caldo e dall'afa cittadina mi faccio trascinare con reticenza da @beatotemilano, la #pizzeria "più instagrammata del 2019" (cfr. @mostgrammed_italia). Le loro pizze sono lucide come confetti, colorate come giocattoli per bambini e volano sui social come in un ritrovo di mongolfiere in quel di Mondovì, grazie anche a una vasta e ben costruita rete di ambassador fatta di #influencer, wannabe-models e qualche VIP. In un posto del genere non posso certo chiudermi nella mia stucchevole comfort-zone fatta di #pizzamargherita e birraccia Peroni, quindi mi lancio sul menu delle non-proprio-economiche "Gourmet" (dai 16 ai 22 euro), ordinando una pizza con pomodoro, salsiccia a punta di coltello a crudo, crema di pistacchio e granella di pistacchio di Bronte D.O.P. L'aspetto mi ingolosisce come un tiramisù al cucchiaio, e il primo morso è infatti un mirabolante tuffo in #pasticceria: la cremosità di un cheeseburger si mescola senza soluzione di continuità alla croccantezza di una #millefoglie alla nocciola, in un continuo equivoco tra dolce e salato, tra shabby-chic e post-moderno. L'unica fragranza che si aggancia emotivamente al mio concetto di "pizza" è il #basilico, che però naviga su un pomodoro troppo dolce per i miei gusti, e così continuo a masticare voracemente come uno zombie all'ultimo stadio, sopraffatto da una baraonda olfattivo-gustativa che allo stesso tempo è lisergica e inebriante. "Dove sono? Sono già al dessert?" - mi chiedo, mentre la crema al pistacchio cola dalla mia forchetta disegnando irresistibili patacche multicolore da aggredire con una bella e ghiotta scarpetta finale. Un'esperienza originale e insolita che però difficilmente ripeterò: amo la #pizza e il mio palato è da troppi anni abituato alle rassicuranti fragranze della farina bruciacchiata e alla morbidezza del cornicione umidiccio, al gusto amarognolo e piccantino dei polifenoli, al profumo solare del licopene e all'acidità spiccata del fiordilatte: un identikit nutrizionale da cui fatico a staccarmi perché, come insegna il mio amico @franco.canna, "la pizza deve sapere di pizza". Nun ce sta nient' 'a fa'.
L'"effetto crunch" è una delle tante rapine che il lessico gastronomico ha ordito ai danni di tutt'altro contesto, quello musicale: tra chitarristi storici e suonatori dell'ultima ora, il #crunch è una ricercatissima modulazione sonora che musicisti d'ogni età tentano strenuamente di riprodurre regolando potenziometri e azionando leve e levette, in un mix assai costoso di tecnica e tecnologia. Quando, finalmente, ci riescono, ottengono un inconfondibile suono tagliente e aggressivo, elegantemente distorto, perfetto per il blues di un certo livello. Nell'affascinante e sempre più variegato universo della #pizzanapoletana, il crunch è severamente bandito dal centenario culto fatto di regole scritte e non scritte: il Disciplinare dell'AVPN (@pizzanapoletanaverace) descrive inequivocabilmente la pizza come "morbida" e così, negli anni, milioni di aspiranti pizzaioli di tutto il mondo hanno tentato strenuamente di riprodurre l'effetto contrario al crunch, regolando il proprio impasto fino a ottenere l'obiettivo massimo: l'assenza di suono. @crocca__ segue uno spartito diverso: tagliente e battagliera, bella ed elegante, la pizza di @_michele_ferrara restituisce quella nota croccante, quello strepitio aggraziato, quella sensazione di presenza nel morso che oggi a Milano manca e che molto probabilmente sarà il trend dei prossimi anni. Musicisti e pizzaioli con l'effetto #crunch: è il momento del blues di un certo livello.
In seguito all'ineluttabile clausura dovuta alla #quarantena mi sono trasformato in uno strano predatore di pizze all'ora di pranzo: una bizzarra versione antitetica del #vampiro, che anziché uscire di notte - col mantello sguainato e i denti affilati a caccia di sangue di giovani donzelle (bei tempi, quelli) - esce a mezzogiorno - bavaglino e forchetta spuntata - alla ricerca di rosse e sanguigne pizze di giovani talenti. E come non citare, tra questi, Mario Zincone, adesso con la nuova identity di @duelire_milano, zona Bande Nere, che alle due del pomeriggio passate mi rifila questa bellissima #pizza pomodoro e provola, condita con pepe, basilico e olio extravergine? La sua pizzeria, con i tavolini che si affacciano sul vialone ventilato e baciato dall'ombra dei platani di Caterina da Forlì, è già diventata il mio posto preferito dove rilassarmi. Gastronomicamente. Andate a fargli una visita e taggate #ioemargherita! ❤️🍕
Volendo citare Shakespeare, "separarsi (da pizze così) è un sì dolce dolore", ma tornarci dopo il Covid - e questa è la mia #quartapizzafuoricasa - è una dolcissima emozione. @giolina_milano si conferma protagonista assoluta della contemporaneità: cornicione vaporoso, quasi impalpabile, che va giù come un'ostia. L'eucaristia dei sensi, questa Albertina, fresca e piacevole anche nelle assolate pause pranzo, con la crema di cipolle rosse di Tropea e il fior di latte d’Agerola che preparano il palato ai filetti di tonno di Cetara, succosi e morbidi, sui quali si adagiano dei peccaminosi pomodorini gialli graffiati da una polvere di olive nere. Ho di nuovo fame e non è passata neanche un'ora e mezza. Grazie. #milano #pizzeria #pizzanapoletana #pizzamargherita #verapizza #pizzatime #instapizza #pizzalover #ilovepizza #instafood #foodshot #tasty #italianfood #foodie #ilovepizza #foodblogger #foodpic #lunch #ioemargherita #foodporn #giolina
Per la mia #terzapizzafuoricasa mi infilo di nascosto nel mio adorato @pizzium sotto casa, ovvero quello di Via Vigevano, e sulle note di #radiopizzium che spara "Sì, viaggiare" di Battisti la mia mente evade felice a quando ci potevamo ammassare gli uni agli altri scambiandoci opinioni, boccali di birra e assaggi di pizza, nel nome di una convivialità che è l'ingrediente principale della cucina. E invece oggi siamo tutti un po' come l'assolo di synth di questo capolavoro di Lucio del '77, dissonanti, solitari e girovaghi, in attesa che esploda il ritornello più importante: quello della fine della #pandemia. Ciò non toglie il piacere di farci una straordinaria Campania, con gustosa salsiccia e fragranti friarielli su un letto di provola affumicata di Agerola. Bravi come sempre @catapano.pizza e @festosieros e tutto lo staff: @ioemargherita e PIZZIUM saranno sempre legati da una connessione speciale. Grazie.
L'aspetto positivo delle passeggiate #postquarantena è ritrovarsi a camminare per via Ariberto e scoprire che @mondello1981 ha finalmente aperto a #milano, proprio a due passi dall'ufficio della mia fiancée. Le #nuvole di Angelo Mondello - scuola napoletana, origini cilentane, un bagaglio di esperienze fatto di gavetta, sacrifici, consulenze di successo - sono una realtà assai apprezzata del Casertano, a Marcianise, e vederle comparire stabilmente a Milano è un toccasana per le mie papille gustative. L'impasto è eccezionale, di quelli con effetto #wow garantito al primo morso, morbido e leggero, con una persistenza di gusto che si mantiene viva lungo tutta la masticazione, grazie anche al pomodoro che emulsiona con grande piacere il goloso boccone. Davvero ottima la preparazione e la cottura, perfetta, del bravo @carlopuzzulan93. Ero di fretta, ci tornerò, anche perché la scelta delle pizze mi sembra molto interessante e la carta dei vini eccezionale. A presto! #milano #pizzeria #pizzanapoletana #pizzamargherita #verapizza #pizzatime #instapizza #pizzalover #ilovepizza #instafood #foodshot #tasty #italianfood #foodie #ilovepizza #foodblogger #foodpic #lunch #ioemargherita
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