365 giorni meno uno. Tanto è passato da quella sera in cui sulla sponda settentrionale di via Procaccini furono issati i tendaggi del primo Pizzium, una “esplosione di gusto” – come recita il sito – che colse Milano nel pieno della sua rivoluzione new-neapolitan, collocandosi nel solco dell’autenticità e della semplicità. A quella sede seguì dopo qualche mese quella scintillante di via Anfossi, secondo più grande avamposto delle idee di Nanni Arbellini e di Stefano Saturnino, primi ad omaggiare le regioni d’Italia con un menu di pizze abruzzesi, liguri, campane, laziali e lombarde. E il 7 marzo Pizzium è pronta a colorare Milano ancora di bianco, rosso e verde: in viale Tunisia numero 6 aprirà la terza sede, fronte cinema Arcobaleno, un successo che sembra un film sul sogno napoletano.
Pizzium è una delle pizzerie più apprezzate della città. Ingredienti di qualità superiore, impasto leggero, tiramisù e babà da favola. Caffè a fine pasto. La pizza di Nanni Arbellini – coadiuvato da Mario Zincone, Carlo Malagevole e uno staff di prim’ordine – prende le distanze dalle mode attuali ma è già moda di suo. Non è alta, non è bassa, non è a rota ‘e carretta. Non è una pizza gourmet, non è contraria alle farine deboli, non spiattella sui menu e sulle vetrofanie il solito vaniloquio sulla digeribilità, integralità, stagionalità e recupero della qualità. Pizzium, in un solo anno, ha vinto una scommessa a cui molti non avevano neanche pensato: restare avanti a tutti tornando indietro, agli anni in cui la pizza era un trionfo di semplicità.