Io e Margherita
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3 pizze da mangiare a Napoli fuori dai soliti schemi

  • 10 Dicembre 2016
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Dove mangiare una pizza a Napoli fuori dai soliti schemi? In città, quando si parla di pizza, sembra che i nomi siano sempre gli stessi. Sorbillo, Starita, Michele, Di Matteo, Il Presidente. Un anno fa, inaspettatamente, la parola “Cinquantacalò” (50 Kalò, ndr) si è aggiunta al vocabolario delle proposte del sabato sera e ormai ogni buon napoletano la pronuncia almeno una volta a settimana, con o senza accento finale. Ma il bello di questa città è che dietro l’angolo – o un po’ più lontano – ti capita quel forno che non avevi ancora visto, la pizzeria di quartiere, o quella meno affollata di tutte. E allora entri e scopri che i nomi possono essere di più. In questo primaverile ponte dell’Immacolata ne ho provate tre.

Pizzeria ‘O Gemell

Pizzeria 'O Gemell Casalnuovo di Napoli Io e Margherita

Nessuno ne parla, fatta eccezione per l’imbattibile Luciano Pignataro e per il blog di Giustino Catalano (su cui – lo sapevate? – ho una rubrica settimanale, la pizza della domenica). Esortato proprio da Giustino e dall’amico Rocco Andrisani mi sono spinto fino a Casalnuovo di Napoli, cinquantamila anime ad una mezz’ora scarsa di Asse Mediano.«Vai a provare quella pizza» – mi ha detto – «l’impasto è fatto a mano!».

La pizza Margherita di Luigi Castaldo, pizzaiolo proveniente dal pane, ha un aspetto un po’ anemico. Per carità, ne ho viste di peggio, ma se non mi metti il basilico, caro ‘O Gemell, io ci rimango male. Per fortuna il cornicione è vivace, frastagliato, aggressivo. Una fantastica scogliera a picco sul mare (di pomodoro). Lo tocco con un dito, sembra respirare. È morbido, leggero, fragrante. Sotto i denti è puro spettacolo: sembra non masticare nulla. Il primo boccone si scioglie in un attimo, sotto l’azione demolitrice della saliva. Il resto è pura accademia: il fiordilatte è buono, il pomodoro anche. Si avverte una nota molto pronunciata di formaggio grattuggiato. L’olio è disseminato a spruzzo sulla superficie, cosa che non sopporto. E la cottura poteva essere un attimo più attenta: chiazze di bruciato un po’ amarognolo sotto la base. Una pizza sopra la media, ma ampiamente migliorabile. Per i fanatici della digeribilità.

Guarda tutte le foto e la pagella di Pizzeria ‘O Gemell

Ristorante Pizzeria Ciarly

Pizzeria Ciarly Napoli Io e Margherita

Qui non c’era arrivato nessuno, solo Vincenzo Pagano di Scatti di Gusto. Che già ad agosto metteva nero su bianco i miracoli di Raf Bonetta, 33 anni, giovane pizzaiolo che – a giudicare dalle foto su Instagram – sta onorando, a grandi sbuffate d’aria, la grande “tradizione” del canotto napoletano (ormai possiamo chiamarla così, no?). Dico a giudicare dalle foto su Instagram perché Bonetta non c’è la sera in cui vado e la pizza Margherita che mi servono ha un aspetto sicuramente diverso da quanto avevo ammirato in giornate di dedizione su Internet.

Una fogliolina di basilico piccola quanto un’unghia annega in un mare di fiordilatte. Il cornicione è morbido, anche se non vedo tutte queste caverne. In generale, la pizza ha un sapore equilibrato, per lunghi tratti anche molto gustoso, complice il pomodoro buonissimo. Ma la cottura lascia a desiderare, con qualche centimetro di impasto un po’ crudo qua e là. Da rivedere.

Guarda tutte le foto e la pagella di Ristorante Pizzeria Ciarly

Pizzeria Gourmet di Giuseppe Vesi

Pizzeria Gourmet Giuseppe Vesi Io e Margherita

Dal centro storico alla vista mare. Un passaggio già voluto da Gino Sorbillo, con la sua bella pizzeria in cui è quasi impossibile entrare. A Napoli, Vesi è uno dei nomi della tradizione di via dei Tribunali. Ora è l’alfiere della pizza di un certo livello, quella con farina di tipo 1 e materie prime frutto di grande ricerca sul territorio. Alessandro Borghese, premiando Giuseppe Vesi, ha detto che è “il pizzaiolo del futuro”.

Il locale è delizioso e i dettagli sono estremamente curati, senza fronzoli. Il menu è un tripudio di storytelling, forse eccessivo. Non posso stare venti minuti a leggere tutta la storia: voglio arrivare subito al finale. E il finale è una pizza Margherita di grande qualità, con un impasto che forse si lascia masticare un po’ troppo. Ma i napoletani mostrano di aver superato la diffidenza verso le “cazzate” (come le chiamano) e, a giudicare della fila e del continuo ricambio di coperti, sembra siano caduti ormai sotto i colpi della seduzione gourmet. Una pizza che si mette sullo stomaco non piace più a nessuno, quindi le suggestioni “integrali” ben vengano.

Guarda tutte le foto e la pagella di Pizzeria Gourmet di Giuseppe Vesi

 

 

 

 

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Afflitto dal caldo e dall'afa cittadina mi faccio trascinare con reticenza da @beatotemilano, la #pizzeria "più instagrammata del 2019" (cfr. @mostgrammed_italia). Le loro pizze sono lucide come confetti, colorate come giocattoli per bambini e volano sui social come in un ritrovo di mongolfiere in quel di Mondovì, grazie anche a una vasta e ben costruita rete di ambassador fatta di #influencer, wannabe-models e qualche VIP. In un posto del genere non posso certo chiudermi nella mia stucchevole comfort-zone fatta di #pizzamargherita e birraccia Peroni, quindi mi lancio sul menu delle non-proprio-economiche "Gourmet" (dai 16 ai 22 euro), ordinando una pizza con pomodoro, salsiccia a punta di coltello a crudo, crema di pistacchio e granella di pistacchio di Bronte D.O.P. L'aspetto mi ingolosisce come un tiramisù al cucchiaio, e il primo morso è infatti un mirabolante tuffo in #pasticceria: la cremosità di un cheeseburger si mescola senza soluzione di continuità alla croccantezza di una #millefoglie alla nocciola, in un continuo equivoco tra dolce e salato, tra shabby-chic e post-moderno. L'unica fragranza che si aggancia emotivamente al mio concetto di "pizza" è il #basilico, che però naviga su un pomodoro troppo dolce per i miei gusti, e così continuo a masticare voracemente come uno zombie all'ultimo stadio, sopraffatto da una baraonda olfattivo-gustativa che allo stesso tempo è lisergica e inebriante. "Dove sono? Sono già al dessert?" - mi chiedo, mentre la crema al pistacchio cola dalla mia forchetta disegnando irresistibili patacche multicolore da aggredire con una bella e ghiotta scarpetta finale. Un'esperienza originale e insolita che però difficilmente ripeterò: amo la #pizza e il mio palato è da troppi anni abituato alle rassicuranti fragranze della farina bruciacchiata e alla morbidezza del cornicione umidiccio, al gusto amarognolo e piccantino dei polifenoli, al profumo solare del licopene e all'acidità spiccata del fiordilatte: un identikit nutrizionale da cui fatico a staccarmi perché, come insegna il mio amico @franco.canna, "la pizza deve sapere di pizza". Nun ce sta nient' 'a fa'.
L'"effetto crunch" è una delle tante rapine che il lessico gastronomico ha ordito ai danni di tutt'altro contesto, quello musicale: tra chitarristi storici e suonatori dell'ultima ora, il #crunch è una ricercatissima modulazione sonora che musicisti d'ogni età tentano strenuamente di riprodurre regolando potenziometri e azionando leve e levette, in un mix assai costoso di tecnica e tecnologia. Quando, finalmente, ci riescono, ottengono un inconfondibile suono tagliente e aggressivo, elegantemente distorto, perfetto per il blues di un certo livello. Nell'affascinante e sempre più variegato universo della #pizzanapoletana, il crunch è severamente bandito dal centenario culto fatto di regole scritte e non scritte: il Disciplinare dell'AVPN (@pizzanapoletanaverace) descrive inequivocabilmente la pizza come "morbida" e così, negli anni, milioni di aspiranti pizzaioli di tutto il mondo hanno tentato strenuamente di riprodurre l'effetto contrario al crunch, regolando il proprio impasto fino a ottenere l'obiettivo massimo: l'assenza di suono. @crocca__ segue uno spartito diverso: tagliente e battagliera, bella ed elegante, la pizza di @_michele_ferrara restituisce quella nota croccante, quello strepitio aggraziato, quella sensazione di presenza nel morso che oggi a Milano manca e che molto probabilmente sarà il trend dei prossimi anni. Musicisti e pizzaioli con l'effetto #crunch: è il momento del blues di un certo livello.
In seguito all'ineluttabile clausura dovuta alla #quarantena mi sono trasformato in uno strano predatore di pizze all'ora di pranzo: una bizzarra versione antitetica del #vampiro, che anziché uscire di notte - col mantello sguainato e i denti affilati a caccia di sangue di giovani donzelle (bei tempi, quelli) - esce a mezzogiorno - bavaglino e forchetta spuntata - alla ricerca di rosse e sanguigne pizze di giovani talenti. E come non citare, tra questi, Mario Zincone, adesso con la nuova identity di @duelire_milano, zona Bande Nere, che alle due del pomeriggio passate mi rifila questa bellissima #pizza pomodoro e provola, condita con pepe, basilico e olio extravergine? La sua pizzeria, con i tavolini che si affacciano sul vialone ventilato e baciato dall'ombra dei platani di Caterina da Forlì, è già diventata il mio posto preferito dove rilassarmi. Gastronomicamente. Andate a fargli una visita e taggate #ioemargherita! ❤️🍕
Volendo citare Shakespeare, "separarsi (da pizze così) è un sì dolce dolore", ma tornarci dopo il Covid - e questa è la mia #quartapizzafuoricasa - è una dolcissima emozione. @giolina_milano si conferma protagonista assoluta della contemporaneità: cornicione vaporoso, quasi impalpabile, che va giù come un'ostia. L'eucaristia dei sensi, questa Albertina, fresca e piacevole anche nelle assolate pause pranzo, con la crema di cipolle rosse di Tropea e il fior di latte d’Agerola che preparano il palato ai filetti di tonno di Cetara, succosi e morbidi, sui quali si adagiano dei peccaminosi pomodorini gialli graffiati da una polvere di olive nere. Ho di nuovo fame e non è passata neanche un'ora e mezza. Grazie. #milano #pizzeria #pizzanapoletana #pizzamargherita #verapizza #pizzatime #instapizza #pizzalover #ilovepizza #instafood #foodshot #tasty #italianfood #foodie #ilovepizza #foodblogger #foodpic #lunch #ioemargherita #foodporn #giolina
Per la mia #terzapizzafuoricasa mi infilo di nascosto nel mio adorato @pizzium sotto casa, ovvero quello di Via Vigevano, e sulle note di #radiopizzium che spara "Sì, viaggiare" di Battisti la mia mente evade felice a quando ci potevamo ammassare gli uni agli altri scambiandoci opinioni, boccali di birra e assaggi di pizza, nel nome di una convivialità che è l'ingrediente principale della cucina. E invece oggi siamo tutti un po' come l'assolo di synth di questo capolavoro di Lucio del '77, dissonanti, solitari e girovaghi, in attesa che esploda il ritornello più importante: quello della fine della #pandemia. Ciò non toglie il piacere di farci una straordinaria Campania, con gustosa salsiccia e fragranti friarielli su un letto di provola affumicata di Agerola. Bravi come sempre @catapano.pizza e @festosieros e tutto lo staff: @ioemargherita e PIZZIUM saranno sempre legati da una connessione speciale. Grazie.
L'aspetto positivo delle passeggiate #postquarantena è ritrovarsi a camminare per via Ariberto e scoprire che @mondello1981 ha finalmente aperto a #milano, proprio a due passi dall'ufficio della mia fiancée. Le #nuvole di Angelo Mondello - scuola napoletana, origini cilentane, un bagaglio di esperienze fatto di gavetta, sacrifici, consulenze di successo - sono una realtà assai apprezzata del Casertano, a Marcianise, e vederle comparire stabilmente a Milano è un toccasana per le mie papille gustative. L'impasto è eccezionale, di quelli con effetto #wow garantito al primo morso, morbido e leggero, con una persistenza di gusto che si mantiene viva lungo tutta la masticazione, grazie anche al pomodoro che emulsiona con grande piacere il goloso boccone. Davvero ottima la preparazione e la cottura, perfetta, del bravo @carlopuzzulan93. Ero di fretta, ci tornerò, anche perché la scelta delle pizze mi sembra molto interessante e la carta dei vini eccezionale. A presto! #milano #pizzeria #pizzanapoletana #pizzamargherita #verapizza #pizzatime #instapizza #pizzalover #ilovepizza #instafood #foodshot #tasty #italianfood #foodie #ilovepizza #foodblogger #foodpic #lunch #ioemargherita
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